La Riserva Naturale Biogenetica, curata e sorvegliata dal Corpo Forestale dello Stato, che ne tutela la biodiversità e l’educazione ambientale, offre un ambiente unico dove trascorrere momenti di relax e svago immersi nello spettacolo di una natura incontaminata.
Si tratta di una delle più belle foreste della montagna pistoiese, estremamente suggestiva in ogni stagione, accogliente e facilmente percorribile da chiunque attraverso il pianeggiante e agevole stradello forestale Oppure attraverso i vari sentieri sparsi nella faggeta.
L’ Orto di Giovannino è una zona semipianeggiante all’interno della Riserva. Si racconta che il pastore Giovannino, all’inizio dello scorso secolo, vi coltivasse da maggio a settembre il proprio orto, per poi ripartire per la Maremma dove trascorreva l’interno inverno.
La presenza di questo patrimonio, che andrebbe perso se non fosse mantenuto e conservato ma anche frequentato e tramandato alle nuove generazioni, ha spinto l'Amministrazione Comunale di Cutigliano a farsi sostenitrice della proposta di "Arte nella natura nell’Orto di Giovannino” (mostra di installazioni artistiche realizzate da altrettanti artisti con tema "il gioco") tenutasi dal I° al 6 agosto 2016.
Con l'incrocio fra arte e natura la foresta si arricchisce dei segni della contemporaneità che però ci portano a ricordarne le tradizioni popolari fra canti e fiabe, credenze e riti.
Il Parco artistico all'Orto di Giovannino, nel cuore della Riserva, colpisce per come lascia inalterato il ritmo della natura seguendone l'andamento e scoprendo nuove forme gioiose di interazione con l'uomo.
Si tratta di sette installazioni disseminate al di sopra e di sotto del sentiero, realizzate da altrettanti artisti. Ebbene, tutti loro hanno sfidato il tema del gioco proponendo opere interattive con all'interno delle quali bambini, ragazzi, e perché no adulti, potranno trascorrere momenti di svago, sereni e gioiosi.
Ogni intervento, infatti, presenta esperienze ludico-immaginative diverse, eccole!
In attesa della neve di Dario Longo è una famiglia di grandi pupazzi realizzati con sezioni di tronco d'albero; in vicinanza, altri dischi di legno esortano a "costruire" figure immaginarie che facciano compagnia ai tre solitari i quali, normalmente, esistono soltanto grazie alla neve.
Il teatro di Beatrice di Leonardo Begliomini, è certo un omaggio alla poetessa spontanea Maria Beatrice Bugelli vissuta in questi luoghi nell'ottocento; ma più è un palcoscenico per chiunque voglia "salire alla ribalta" inscenando performances, declamare poesie, inventare sketch oppure, semplicemente intrattenere amici e familiari.
La casa del sole e della luna di Cristina Palando, è uno spazio "domestico" in cui sedersi per immaginare quanto l'astro e il satellite fanno parte delle nostre fantasie, e così raccontare
le proprie storie. Come dedicarsi al gioco delle "scoperte" osservando quanto avviene oltre le aperture praticate nella casetta. Quello l'ho visto prima io! Ora tocca a te scegliere, si potrebbe sentir gridare chi giochi.
La bilancia armonica di Flavio Pacino è una struttura apparentemente precaria, una sorta di marchingegno "impossibile" il cui telaio sostiene forme immaginarie grazie alle quali è possibile creare equilibri estetici, capaci di rapportarsi con quelli presènti nella natura circostante. Un gioco, quindi, per educare alla bellezza.
Il gioco della Lippa di Silvio Viola, è una sorta di "monumento" a uno dei giochi popolari italiani risalente al XV° sec. e molto praticato dopo il secondo dopoguerra. La mazza e la lippa (cilindro di legno appuntito alle due estremità) sono ingigantite, per eleggerne la priorità rispetto al consimile gioco americano del Baseball. All'interno di un contenitore si possono trovare gli attrezzi reali per dare inizio al gioco.
Il labirinto alchemico di Simone Azzurrini, un percorso "segnaletico" spiraliforme che conduce a un avvallamento. Ovvero, il luogo in cui la pausa consenta di valutare le capacità fisiche e mentali che ciascuno ha dispiegato per superare gli ostacoli lungo il cammino. Un tragitto a tempo, che può essere considerato come metafora di quello che attende ognuno di noi durante l'esistenza.
Gli alberi parlanti di Andrea Dami, si tratta di una coppia di "alberi cavi" in cui rintanarsi per sperimentare quanto sia possibile dare voce a dei tronchi. Inoltre, nell'interno di uno dei due, l'artista ha predisposto degli "strumenti" sonori che possono consentire di "duettare", come gnomo o folletto, con le invenzioni vocali di chiunque abiti le "tane".
Rileviamo con soddisfazione che l'iniziativa non solo è un vero e proprio progetto culturale di promozione del territorio, ma anche strumento di rafforzamento del senso di appartenenza e di identità sociale della popolazione della Valsestaione chiamata a una partecipazione attiva.
Itinerario dell'Orto di Giovannino

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